Paul Baran e gli studi sulla rete (1964)

sabato 29 agosto 2009

La ricerca pionieristica di Paul Baran negli anni Sessanta, che prevedeva una rete di comunicazione che sarebbe sopravvissuta ad un attacco atomico su vasta scala. Gli schizzi offrono tre diverse topologie di rete descritte nel suo Memorandum RAND "On Distributed Communications: 1. Introduction to Distributed Communications Network" (Agosto 1964). La rete distribuita offriva le maggiori possibilità di sopravvivenza.
Accolta con scetticismo dalla comunità scientifica, la ricerca condotta negli anni ‘60 da Paul Baran ipotizza una rete (network) distribuita (distributed) di comunicazione, che funzioni sul modello delle reti neurali del cervello umano. L’obiettivo è garantire che l’interruzione o il malfunzionamento di una parte della rete possano sempre essere compensati da una nuova connessione. Nel suo memorandum dal titolo On Distributed Communications Networks (agosto 1964), si legge: “è tempo di cominciare a pensare a una nuova e non ancora esistente rete pubblica, un impianto di comunicazione (…) progettato specificamente per la trasmissione di dati digitali tra un vasto insieme di utenti.”.

Su ellEbOro oggi

venerdì 28 agosto 2009
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Generazione ingenua, ipocrita o troppo snob per rispondere??

giovedì 27 agosto 2009


Ho tratto spunto da questo post Comunicazione, lettere e parole.: ...NON-C'ERA UNA VOLTA#links#links#links#links#links#links (blog di Annalisa L) per RIaprire un argomento che trovo interessante al fine di tracciare l'identikit della "sempre cara mi fu" GenerazioneNetwork!!!


Ora, il mio obiettivo mira a un passaggio "cruciale del post(nella parte finale): "Ragazzine ammiccanti e mezze nude..con l'aspirazione di diventare rifatte,famose e sposare un uomo di successo..... Se poi si considera che a guardare la TV, a leggere le riviste sono anche ,se non soprattutto, ragazzini/e che vanno dai 3 ai 20 anni, quali sono i modelli e le opinioni che vanno a formarsi nell'immaginario culturale?Sarà colpa della TV di chi la fa o di chi la guarda??..L'ardua sentenza ai posteri.."

Il post non ha avuto numerosi commenti, ma ripropongo il quesito convertendolo in chiave NETWORK!!! Ma allora quale società per il futuro?? Vittime o carnefici dei SOCIAL PRODUCT!(facebook,twitter,google........etc)! La colpa, se colpa esiste, è di chi PRODUCE o FRUISCE??? Generazione INGENUA , IPOCRITA o troppo SNOB per rispondere??? ;p
Da vedere(sotto) il video inserito da Floriana...


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da visitare

Ho appena finito di leggere un articolo molto interessante dal blog "emittentetelematica" non posto l'articolo per intero...qualche editor potrebbe censurarmi hahahahah ( anche se in rete Impossible Is Nothing) detto cio lancio il link che mi e ci riguarda tutti da vicino:

http://emittentetelematica.blogspot.com/2009/08/netwalking-uomini-in-rete.html

Tutto e tutti in una Rete

mercoledì 26 agosto 2009
"Ogni cosa nell’universo obbedisce alle leggi della relazione: le cellule e le lucciole, il Web, il genoma umano, le comunità di conoscenti. Individuare quali siano queste regole sta cambiandoci la vita. "

Come settore di studio e di ricerca, addirittura come categoria interpretativa del reale, la rete è destinata a caratterizzare il presente secolo e forse il millennio: è l’opinione di Albert-László Barabási, fisico statunitense di origine ungherese che ha dato il titolo appunto di Linked al suo saggio più recente. Barabási ha avviato ricerche interdisciplinari per capire quali leggi costanti presiedano al formarsi, al crescere e all’evolversi di un qualsiasi tipo di aggregato “sociale”, si tratti di un gruppo di persone, di un organismo pluricellulare o di un fascio di link telematici. Per dirla in altri termini: esiste forse un principio organizzativo alla base di tutto ciò che è complesso? C’è qualcosa, iscritto nella realtà, che governa e orienta ogni interazione?


Per esempio il ghiaccio
Per far capire quale possa essere la portata del cambiamento di prospettiva, Buchanan cita l’esempio del ghiaccio. «Se anche sapessimo tutto il possibile – dice – sulla struttura e sulla proprietà di una singola molecola d’acqua, ugualmente continueremmo a ignorare che un insieme di molecole d’acqua è un liquido alla temperatura di +1 °C e un solido alla temperatura di –1 °C. Il brusco cambiamento di stato non comporta nessuna alterazione delle molecole, ma solo una sottile trasformazione organizzativa nella rete delle interazioni». Ugualmente, com’è possibile che milioni di lucciole, in riva a un fiume tropicale, riescano a lampeggiare tutte insieme con una sintonia perfetta? E come mai i grilli friniscono all’unisono nella notte? Si accordano? Ma, se è così, come fanno a comunicare all’istante non soltanto fra vicini ma anche ai due estremi del coro?

Ancora una volta la risposta passa attraverso le leggi che governano le reti. Se imparassimo a padroneggiarle, troveremmo soluzione a una marea di misteri e problemi. E la risposta già arriva, sempre più sconvolgente man mano che attraverso scienziati di luoghi diversi e impegnati in discipline dissimili affluiscono alla comunità scientifica internazionale informazioni – e dimostrazioni – sul comportamento delle “reti” e sulle sue leggi costanti e universali. Sì, alla base di tutte le forme di complessità esistono individuabili principi organizzativi.
I presupposti scientifici che governano gli studi sulle reti spaziano dalla fisica alla sociologia. C’è molta matematica, naturalmente: quella che fonda i “sistemi piccolo mondo” e i “gradi di separazione” elaborati dallo psicologo Stanley Milgram, l’uomo che ha dimostrato sperimentalmente come fra due qualsiasi cittadini della terra intercorra in media un intervallo di appena sei persone. Da un contadino abruzzese a un senatore californiano, dal pescatore del Baltico al guerriero maori: attraverso un conoscente del primo estremo che nella sua rete di rapporti umani conta un altro conoscente più vicino al punto di arrivo, il quale a sua volta ha rapporti con un’altra ancora. Soltanto sei persone. Chi l’avrebbe detto?

Constatazioni come questa hanno innescato nuove consapevolezze, a loro volta alimentate da ricerche sul campo: e cioè che non soltanto viviamo tutti in un villaggio globale, ma, più precisamente, siamo compresi all’interno di un reticolo che ci avvolge e sostiene le relazioni fra noi e attorno a noi.
Non basta ancora. Quasi tutto quello che accade nel mondo, dal livello infimo degli atomi al livello delle masse stellari, si dispone in “reti” che obbediscono a leggi costanti, ricorrenti. C’è ancora parecchio da capire, ma ciò che si è ottenuto fin qui è così significativo da incoraggiare ad approfondire a tutto campo questa prospettiva che riguarda alla stessa stregua i processi naturali e gli schemi costanti che assumono le relazioni umane.

La "Cultura della partecipazione"

E' il fenomeno sociale che contraddistingue la comunicazione sui social network
Lo sviluppo del Web 2.0 ha consentito la nascita e la diffusione dei social media digitali.
I blog, i social network, Youtube, Flikr, Twitter, Facebook consentono a chiunque abbia una minima esperienza di base nell’uso di un PC di pubblicare e condividere contenuti digitali.
Gli User Generated Content diventano in questo modo lo strumento attraverso il quale è possibile creare contenuti, condividerli con gli altri e partecipare alla loro ri-produzione.

I social media si configurano, di conseguenza, come gli strumenti più adatti a veicolare i flussi di comunicazione partecipativa.
Le loro caratteristiche fanno si che essi possano avere delle grandi potenzialità dal punto di vista del marketing, per molti versi ancora tutte da esplorare.
Oggi pianificare un’attività di marketing sui social media è un’operazione complessa e affascinante allo stesso tempo.
Chiunque voglia investire risorse sui social network deve anzitutto comportarsi come una qualsiasi altra persona, e porsi sullo stesso livello e abbattere qualsiasi barriera che possa limitare il dialogo e la conversazione con gli altri.
Bisogna, insomma, essere in grado di usare con disinvoltura gli strumenti partecipativi offerti dal Web. Il dialogo informale veicolato dai nuovi strumenti presenti sulla Rete ci può consentire di instaurare un rapporto più aperto , facendo correre più velocemente le buone idee.