La ricerca pionieristica di Paul Baran negli anni Sessanta, che prevedeva una rete di comunicazione che sarebbe sopravvissuta ad un attacco atomico su vasta scala. Gli schizzi offrono tre diverse topologie di rete descritte nel suo Memorandum RAND "On Distributed Communications: 1. Introduction to Distributed Communications Network" (Agosto 1964). La rete distribuita offriva le maggiori possibilità di sopravvivenza.
Accolta con scetticismo dalla comunità scientifica, la ricerca condotta negli anni ‘60 da Paul Baran ipotizza una rete (network) distribuita (distributed) di comunicazione, che funzioni sul modello delle reti neurali del cervello umano. L’obiettivo è garantire che l’interruzione o il malfunzionamento di una parte della rete possano sempre essere compensati da una nuova connessione. Nel suo memorandum dal titolo On Distributed Communications Networks (agosto 1964), si legge: “è tempo di cominciare a pensare a una nuova e non ancora esistente rete pubblica, un impianto di comunicazione (…) progettato specificamente per la trasmissione di dati digitali tra un vasto insieme di utenti.”.